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Milano e i suoi personaggi. Loquis presenta Personaggi di Milano, per scoprire dove sono cresciuti e quali sono le storie delle più importanti personalità della storia di Milano e i personaggi più famosi del jet set meneghino.
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Personaggi di Milano Loquis

    • Society & Culture

Milano e i suoi personaggi. Loquis presenta Personaggi di Milano, per scoprire dove sono cresciuti e quali sono le storie delle più importanti personalità della storia di Milano e i personaggi più famosi del jet set meneghino.
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    Francesco Facchinetti e le Colonne di San Lorenzo

    Francesco Facchinetti e le Colonne di San Lorenzo

    E’ nato a Milano nel 1980. Città che gli ha aperto gli occhi dopo un’esperienza come volontario nei sotterranei della Stazione Centrale di Milano. Figlio del tastierista dei Pooh Roby Facchinetti e dell'allora compagna Rosaria Longoni, Francesco ha vissuto a Mariano Comense, un paese della Brianza comasca, dove risiedeva stabilmente la madre. Milano ha cominciato a frequentarla da quattordicenne. “Da adolescente per un periodo fui un Punkabbestia, per protestare contro la mia famiglia e i Pooh, realtà che mi sembravano soffocanti” racconta Francesco, “Venivo a Milano, saltando sul treno e nascondendomi nella ritirata perché ero senza biglietto. Avevo la cresta e gli anfibi. Con gli amici andavamo alle Colonne di San Lorenzo dove c’era un centro anarchico e spesso ci scontravamo con i naziskin. Ne ho date e ricevute, compresa qualche sprangata”. Ha poi cominciato a lavorare come pr della discoteca Hollywood portando in giro i vip, come Marilyn Manson e Leonardo Di Caprio, che girava nudo su uno skateboard all’ultimo piano dell’Hotel Principe di Savoia. Dopo inizio a fare il dj folle all’Atlantique, dove metteva i dischi, gettava acqua sul pubblico e si spogliava restando in mutande. Claudio Cecchetto volle conoscerlo e da lì prese avvio la sua carriera con la “Canzone del Capitano. Tra le zone di Milano che più ama c’è Paolo Sarpi, che sta diventando il centro della nuova movida, ben collegata con Corso Garibaldi e l’Arco della Pace.

    Alessandro Robecchi e la Milano dei suoi libri

    Alessandro Robecchi e la Milano dei suoi libri

    È nato a Milano nel 1960. Giornali, radio, satira, documentari, saggi, la scrittura dei testi TV di Maurizio Crozza e, nel 2014, l’approdo alla narrativa: davvero una figura poliedrica quella di Robecchi. I suoi libri, attenti alla società, alle sue diseguaglianze e contraddizioni, sono sempre ambientati in una Milano che Alessandro indaga e perlustra di continuo. Il nuovo romanzo, I cerchi nell’acqua, è il settimo episodio che vede muoversi nella capitale lombarda Monterossi, Ghezzi, Carella. L’autore non ha inventato un commissario, un carabiniere, e nemmeno un investigatore privato, ma tutto questo insieme: il suo è un coro di personaggi, un’alternanza di situazioni; lui si muove per la città, nella città: sopra, negli attici di piazza Repubblica; sotto, negli scantinati, nelle bettole, nei bar. L’obiettivo di Robecchi è quello di analizzare la nostra società, di andare a vedere cosa succede nel bar Tramonto di Turro o nello scantinato della Maggiolina. “Quando scopro un nuovo pezzo di città, mi piace andarci, ci torno per sette giorni a fare colazione nello stesso bar” ha dichiarato. Robecchi ricorda a tutti noi che “prima del Bosco Verticale c’era un bosco orizzontale” e lo fa raccontandoci le trame che si dipanano nelle vie malfamate, a pochi minuti dall’aperitivo al “bar fighetto”: lo fa raccontandoci come è cambiata Milano, ci ricorda poi che la Milano dei grattacieli c’è, ma c’è anche il resto.

    Miuccia Prada e La Fondazione

    Miuccia Prada e La Fondazione

    Diplomatasi al Liceo classico Giovanni Berchet di Milano, è stata una sessantottina e una femminista. Nel 1971, dopo essersi laureata in scienze politiche e aver studiato recitazione al Piccolo Teatro, iscritta perché appassionata all'arte di mimo, è entrata a lavorare da Prada, azienda di famiglia fondata dal nonno Mario nel 1913. Da sempre appassionata di arte, Miuccia e il marito cominciano a collezionare pezzi di arte moderna, principalmente per uso privato, e nel 1993 decidono di aprire la Fondazione Prada a Milano con l'obiettivo di diffondere l'arte moderna. La nuova sede milanese, inaugurata nel 2015, è stata progettata dall'architetto Koolhaas e dallo studio OMA, con la volontà di creare un luogo in cui viva la riflessione sui canoni estetici e artistici della società contemporanea. Lo spazio nella zona sud di Milano era una distilleria di inizio '900, e nel 2018 è stato completato con la costruzione di Torre Prada, sempre a cura di Koolhaas: una costruzione semplice ma che è già arte di per sé, in cui ogni lato è diverso e le forme si dilatano man mano che le si gira intorno. All'interno della Torre spazi e forme dialogano tra loro e con il paesaggio urbanistico milanese, all'ultimo piano si trova il ristorante con terrazza panoramica. Sempre a Milano, dal 2016 è aperto l'Osservatorio, un luogo dedicato alla fotografia che si articola sopra la Galleria Vittorio Emanuele II.

    Carlo Pellegatti e lo Stadio San Siro

    Carlo Pellegatti e lo Stadio San Siro

    Giornalista, voce ufficiale di tutte le telecronache delle partite del Milan andate in scena dal 1983 fino a quella del 20 maggio 2018 e paladino indiscusso dei colori rossoneri, è noto al pubblico per le sue telecronache ed interviste appassionate e poco imparziali, in cui chiama i calciatori del Milan attraverso numerosi e fantasiosi soprannomi. Nato a Milano nel 1950, in un’intervista racconta gli esordi della sua passione: “E’ stato mio padre che mi ha portato a San Siro le prime volte. Andavamo sempre insieme allo stadio e siamo stai abbonati in tribuna centrale per anni. Poi ho continuato per conto mio a seguire il Milan anche in trasferta e quindi sono Milanista certamente per origini familiari”. Carlo ha poi pubblicato libri sulla sua squadra del cuore, tra cui Sempre Milan 1899-2019: dai pionieri della storia rossonera ai nuovi idoli, dalle fotografie delle prime reti, realizzate davanti a pochi spettatori stretti sulle anguste tribune, alle imprese, alle emozioni regalate agli appassionati nei più celebri stadi del mondo. Il libro vuole rivivere le grandi imprese di una squadra entrata nella leggenda del calcio mondiale.

    Salvatore Ligresti e le sue torri ai quattro accessi milanesi

    Salvatore Ligresti e le sue torri ai quattro accessi milanesi

    Arriva a Milano dalla Sicilia negli anni ‘60 e non se ne allontanerà più, innamorato di un amore interessato e corrisposto dai potenti locali. L'uomo dimostra prestissimo di avere capito esattamente il punto di rottura del cristallo dell'ex capitale morale. Si avvale agli inizi della carriera del tutoraggio di alcuni compaesani “arrivati”. Fu proprio l'incontro con Ursini, finito in disgrazia dopo il crack, a spianargli la strada per il grande salto: l'acquisto del 10% della compagnia assicurativa Sai. Da quel momento non abbandonò più il business assicurativo anche se il primo amore restò sempre il mattone. A Milano intercettò gli anni dell'iperattivismo craxiano e del consociativismo. Quel laboratorio politico tutto milanese che vide socialisti e «miglioristi», stretti in un matrimonio nel segno dell'edilizia il cui beneficiario pressoché esclusivo fu proprio lui. Intanto ai quattro punti di accesso al capoluogo lombardo (via dei Missaglia, Milano Certosa, tangenziale est, via Ripamonti) crescevano le sue famose torri. Salvatore Ligresti ha solcato, navigando di bolina e non senza inciampi, condanne penali e impreviste ripartenze, tutte le stagioni della vita italiana dagli anni Sessanta a oggi.

    Ulrico Hoepli e la sua casa editrice milanese

    Ulrico Hoepli e la sua casa editrice milanese

    E' stato un editore svizzero naturalizzato italiano. Nel 1870 rilevò per corrispondenza la piccola libreria di Theodor Laengner a Milano, nella Galleria De Cristoforis presso il Duomo, e si trasferì nel capoluogo lombardo. La libreria divenne rapidamente un punto di riferimento della borghesia colta milanese, che vi poteva trovare sia preziosi libri di antiquariato sia testi, in particolare scientifici e tecnici, in tutte le principali lingue europee. Sin dal 1871 Ulrico affiancò all'attività libraria quella editoriale, con la nascita della casa editrice Hoepli. Legatosi agli ambienti dell'Istituto Tecnico Superiore (che sarebbe diventato il Politecnico) e delle altre istituzioni scientifiche milanesi, come l'Osservatorio astronomico di Brera, il libraio-editore concepì un'importante operazione culturale: quella di rimediare alla povertà dell'editoria scientifico-tecnica italiana, creando una collana di testi agili destinati ai quadri tecnici dei quali lo sviluppo economico faceva intravedere un crescente bisogno. Oltre ai manuali, la casa editrice, oggi in via Hoepli, pubblicò anche opere di pregio, come la riproduzione del Codice Atlantico di Leonardo da Vinci e la monumentale Storia dell'Arte Italiana. Ulrico contribuì allo sviluppo culturale anche con il suo mecenatismo: in particolare nel 1921 fondò la "Biblioteca Popolare Ulrico Hoepli" e nel 1930 donò alla città di Milano il planetario a lui oggi intitolato.

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