2. Le prime birre: la rivoluzione può cominciare
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È cominciato tutto per caso, come a volte accade con i progetti più clamorosi. Mentre Teo Musso prova a dimenticare il fallimento di un’altra delle sue idee bizzarre al bancone di un bar di Strasburgo, uno sconosciuto gli racconta per filo e per segno in che modo ha appena avviato la produzione di birra artigianale.
Tornato in Italia, Teo trasforma il suo locale di Piozzo in un brew pub, dove servire birre che sarà lui stesso a produrre, e va a studiare da due dei più importanti mastri birrai in Belgio, la sua scuola di riferimento. Ancora non lo sa, ma anche altri ragazzi come lui, in Italia, stanno lavorando a una vera e propria rivoluzione del gusto e del costume.
Siamo a cavallo tra il 1995 e il ‘96. Questi ragazzi non solo non si conoscono tra loro ma non sanno nemmeno l’uno dell’esistenza dell’altro, eppure stanno andando tutti nella stessa direzione. Finché, su iniziativa del mitico Kuaska, non si incontrano a Cremona e costituiscono un’associazione che sarà determinante per l’approvazione nel 2016 della legge che disciplina la produzione della birra artigianale.