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Un'ammenda per una correzione: la settimana scorsa ho parlato di Covestro, oggetto dell'interesse della compagnia petrolifera emiratina ADNOC. L'azienda che produce, distribuisce e commercializza polimeri plastici non è uno spin-off di BASF, ma di Bayer, l'altro colosso chimico tedesco, agli onori delle cronache più recenti per l'acquisizione della Monsanto, che sinora è costata a Bayer miliardi di spese per le cause intentate negli Stati Uniti.
Torniamo alle novità principali della settimana: il taglio dei tassi da parte della Fed e la nuova Commissione Europea. Al super falco Dombrovskis, oltre a tutti i dossier economici, spetteranno produttività e semplificazione, due grandi capitoli dell'analisi impietosa di Draghi. Poi c'è energia e Green Deal, affidati alla spagnola Ribera, unica socialista di peso nel blocco della Commissione. Alla lotta contro l’elusione e l’evasione fiscale va l’ex ministro delle finanze olandese Wopke Hoekstra, che rimarrà anche commissario per il clima. Hoekstra è stato azionista di una società offshore coinvolta nello scandalo dei Panama Papers: dai documenti emerse che l’allora ministro delle finanze aveva avuto per anni un interesse in una società delle Isole Vergini Britanniche, che controllava tra l’altro società di safari in Kenya e Tanzania.
Il neo commissario dovrà confrontarsi con dossier molto complessi, primo tra tutti quello prodotto dalla storica sentenza della Corte di Giustizia sui benefici fiscali concessi dall'Irlanda ad Apple, che ora dovrà restituire 13 miliardi di euro a Dublino. L'Unione ha perso un round con Google, a cui è stata annullata una multa da 1,5 miliardi di euro comminata da Bruxelles per abuso di posizione dominante nella pubblicità online.
Ma le Big Tech non si curano molto delle regole e dei dibattiti connessi al loro predominio. La più aggressiva rimane Microsoft, che ha appena annunciato un piano di investimento comune con BlackRock per investire nell'intelligenza artificiale.
Sulla decisione della Fed di tagliare di mezzo punto percentuale il tasso ufficiale di sconto e dello 0,25% i Fed Funds, segnaliamo sempre il commento di Donato Masciandaro, che la scorsa settimana criticava duramente Lagarde e non risparmia critiche pesanti nei confronti del governatore della banca USA.
Come titola oggi il Sole, le borse hanno registrato un ennesimo record, ma il taglio della Fed c'entra solo fino a un certo punto, poiché pesa maggiormente l'andamento del PIL. Quel che è certo è che, accanto ai titoli hi-tech, banche e pharma stanno macinando utili. Intermediari finanziari e istituti di credito hanno registrato nel terzo trimestre del 2024 una redditività del 20,6%, a fronte di una crescita del 6,6% del fatturato. Allo stesso modo, l'healthcare, che include Big Pharma e biomedicale, ha visto utili in crescita del 20,4%, con vendite aumentate del 7,7%.
Interessante l'analisi europea che contrasta con alcuni punti dell’analisi di Draghi sulla competitività del Vecchio Continente: in testa per redditività ci sono le utility, seguite dalle società finanziarie ed energetiche, mentre le tecnologiche europee sono in drammatica flessione (-29,1%). Draghi sottolineava gli alti costi dell'energia in Europa, imputandoli in gran parte alla speculazione finanziaria e degli operatori, un quadro con cui dovranno fare i conti i nuovi commissari economici scelti dalla von der Leyen.
Tornando all'Europa, il tracollo delle vendite di auto dimostra che la crisi del settore ha ben poco a che fare con le regole di Bruxelles per la transizione all’elettrico. Per l’Italia, il segretario della FIOM, Michele De Palma, che da oltre 10 anni segue il comparto dell'auto, lo ha spiegato chiaramente.
In parallelo, l'Unione Europea ha perso un round con Google, a cui è stata annullata una multa da 1,5 miliardi di euro per abuso di posizione dominante nella pubblicità online. Tuttavia, le Big Tech non sembrano molto preoccupate dalle regole e dai dibatt