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Con i dati sulla discesa dell'inflazione, la probabilità di un taglio da parte della BCE sale, e di molto, anche per evitare l'hard landing, cioè la recessione dell'area euro. La settimana scorsa parlavamo delle previsioni sul PIL tedesco, e l'altro ieri, per il sesto mese consecutivo, l'indice PMI delle imprese manifatturiere ha registrato un calo.
Ovviamente, le tensioni prodotte dalla guerra non aiutano, anzi. Il petrolio, che era in forte calo, ha subito un'impennata proprio mentre si manifestano altre tensioni internazionali, come lo sciopero dei porti negli USA e il crollo della produzione agricola in Sud America e Australia a causa della siccità. Il costo di un nolo Italia-USA può salire a 5.500-6.000$. Caffè, cacao e burro sono ai massimi storici, con rincari fino all'80%. Sono shock su cui l'Europa, a cinque anni di distanza dal Covid, è e rimane vulnerabile, mancando strategie continentali vere. Anzi, di fronte alle croniche difficoltà, l'unica strategia sembra essere quella di scagliarsi contro il Green Deal.
La prima uscita pubblica del presidente di Confindustria a Bruxelles è stata all'insegna del freno a mano tirato, proprio mentre continuano ad arrivare dati negativi sul mercato automotive, che hanno quasi nulla a che fare con il target del 2030 sulla fine della commercializzazione delle vetture a combustione interna.
Oggi, Repubblica sceglie di aprire la sezione economia con lo scontro interno a Viale dell'Astronomia: il presidente di Elettricità Futura, che rappresenta tutti gli operatori del settore, verrà sostituito perché troppo favorevole al Green Deal. Abbiamo fatto una prima analisi sugli utili delle principali aziende del settore (Stellantis, Volkswagen, BMW-Daimler, Audi, Volvo, Renault) dal 2000 al 2023. Non è facilissimo isolare la redditività dei singoli impianti produttivi in Europa continentale (anche a causa del terremoto prodotto dalla crisi del 2008), ma possiamo dire che gli azionisti hanno incassato oltre 250 miliardi di euro.
Si aggiungono poi dinamiche di competizione nello stesso continente europeo, come dimostra la scelta di Chery e BYD di insediare unità produttive in Turchia, al servizio del vecchio continente. Il ritardo dell'automotive europeo è quindi tutto in questi numeri, oltre che negli interessi di compagnie di distribuzione dei prodotti raffinati da petrolio, come Eni in testa in Italia.
Torniamo in Italia, con il varo del piano strategico di bilancio: la manovra è stata trasmessa al Parlamento e dalla relazione emerge un incremento dell'evasione.
I dati sono stati letti con estrema attenzione dal professor Santoro, al quale chiediamo anche di dirci l'impatto delle misure strutturali (cuneo fiscale e aliquote IRPEF). Il PSB verrà trasmesso a Bruxelles a metà mese, e in arrivo c'è anche quello della Francia, dove il nuovo premier ha preannunciato un taglio pesante di deficit e debito.
Torniamo sulla vicenda Apple-Irlanda: il governo di Dublino ha annunciato che userà i 13 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture, ma il paese rimane uno dei cinque in Europa a essere considerato paradiso fiscale. Secondo lo studio di Tax Justice Network, si stima una perdita di gettito nel prossimo decennio a causa dei paradisi fiscali pari a 4,8 trilioni di dollari.
A proposito dell'infiltrazione della criminalità organizzata, spicca oggi sulla prima pagina del Sole 24 Ore: "Le mafie sono nei salotti buoni", dice Carbone della DIA.
Le locuste arrivano come orde, mangiano tutto quello che trovano sul loro cammino e lasciano solo desertificazione e povertà. Andrea Di Stefano si addentra nei meandri della finanza cercando di svelare paradisi fiscali, truffe e giochi borsistici in Italia e all’estero.
Una cronaca diversa...
Published 10/18/24
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Published 10/11/24