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I media israeliani hanno diffuso voci di un cessate il fuoco mediato dagli USA, ma l’inviato statunitense Amos Hochstein ha smentito progressi concreti. Secondo CNN e Axios, Netanyahu avrebbe approvato l’accordo “in linea di principio”, ma restano nodi da sciogliere. Israele insiste per mantenere truppe nel sud del Libano durante i 60 giorni di tregua, mentre Hezbollah dovrebbe ritirarsi oltre il fiume Litani. Il Libano ha accettato in linea generale, ma chiede il ritiro israeliano e un comitato internazionale per monitorare la tregua. Le trattative restano in bilico e un’ulteriore escalation sul terreno potrebbe compromettere tutto.
Mentre si negozia, la violenza continua. Stamattina Israele ha bombardato Haret Hreik nella periferia sud di Beirut dopo ordini di evacuazione. Attacchi simili hanno colpito i quartieri di Hadath e Ghobeiri, con distruzioni a Tayouneh, snodo cruciale di Beirut. A Tiro, quattro attacchi di droni hanno ucciso 9 persone, tra cui un soldato libanese. Israele ha inoltre distrutto la moschea di Chama’a nel distretto di Tiro. Gli scontri tra Hezbollah e le forze israeliane continuano nei villaggi di confine, dove l’avanzata di Israele resta limitata.
Nonostante le voci di tregua, le condizioni imposte da Israele e l’intensificazione degli attacchi complicano qualsiasi progresso diplomatico. Sul terreno, civili e infrastrutture continuano a pagare un prezzo altissimo.
Questo podcast sostiene la risposta umanitaria alla crisi in Libano da parte dell’ONG italiana Armadilla, che sta intervenendo in due rifugi allestiti in luoghi sicuri a Sarba e Tanbourit, nel sud del Libano, assistendo circa 1200 persone al giorno. Puoi sostenerla anche tu su https://www.armadilla.coop/libano24
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