Yara Gambirasio - più di 20mila prelievi di Dna per arrivare a Bossetti
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Sono le 19.30 del 26 novembre 2010 quando a Brembate di Sopra, in provincia di Bergamo, una ragazzina di 13 anni cammina sotto la neve. Sta tornando a casa dopo aver portato alla scuola di danza un registratore. Di lei quel pomeriggio si perderanno le tracce: scomparsa nel nulla. Nessuno la vede, nessuno la sente. Tre mesi più tardi il suo corpo verrà trovato in un campo lontano circa 12 chilometri dal luogo della scomparsa. Non ci sono dubbi che sia lei anche se il tempo, la neve, la pioggia e i roditori ne hanno brutalmente distrutto l'immagine. Come ci è finita lì, in quel campo, Yara? Le indagini coordinate dalla Procura di Bergamo saranno condotte dal Ris di Parma e dal colonnello Giampietro Lago, oggi a capo del Reparto delle investigazioni scientifiche dell'Arma dei carabinieri. Le verifiche e le ricostruzioni saranno lunghe e complesse ma attraverso una raccolta di tracce biologiche ed ematiche da parte di oltre 20 mila persone, che a titolo volontario si misero a disposizione per rintracciare l'assassino, si arriverà alla svolta. Sul corpicino di Yara il suo carnefice aveva lasciato delle tracce ma per mesi è rimasto solo "Ignoto 1". Fino a che, però, proprio grazie ad un confronto mastodontico e una ricerca sempre tesa al risultato si arriverà a fermare e ad arrestare Massimo Bossetti, condannato in via definitiva all'ergastolo.