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L’attentato al Crocus City Hall, a nord-ovest di Mosca, attribuito allo Stato Islamico della provincia del Khorasan (Isis-K) risveglia gli incubi di mezzo mondo. Anzitutto quelli russi e del presidente Putin che nel 1999 è salito al potere occupandosi proprio del terrorismo dei fondamentalisti islamici nella periferia sud della Federazione, dal Caucaso all’Asia Centrale. Al Cremlino, oltre alle riflessioni sui buchi nell’intelligence, su chi sia stato il reale mandante e se e come Putin vorrà sfruttare l’accaduto per prendersela con Kiev, si fa sempre più chiaro un fatto: anche per la Russia, non solo per gli Stati Uniti, le risorse sono limitate. Due anni di impegno militare in Ucraina, hanno sottratto risorse alla sicurezza del territorio nazionale più grande del mondo. Ma l’Isis-K, ramo afgano dello Stato Islamico, ha conti aperti con tutti. Con gli americani, a cui non perdonano l’accordo coi talebani e il ritiro da Kabul nel 2021. E con i cinesi, che da allora con i taliban ci fanno affari tutti i giorni.See omnystudio.com/listener for privacy information.
Mentre da Mar-a-Lago la prossima amministrazione sforna nomine di peso sugli esteri e sulla sicurezza nazionale e s’inventa un dipartimento ad hoc per Elon Musk, il primo dossier su cui Donald Trump prova già a mettere le mani è la fine della guerra in Ucraina. Ben poco si conosce del suo piano...
Published 11/13/24
Trump stravince il voto popolare intercettando la rabbia e le paure della classe media statunitense. Quella che adesso gli chiede di salvare il sogno americano da un declino percepito come inesorabile. Il realismo del presidente neo-eletto dovrà però ricucire le ferite di un’America spaccata che...
Published 11/06/24