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Il fine settimana è stato devastante per il Libano e le prospettive regionali. Venerdì, un attacco aereo israeliano ha colpito la periferia sud di Beirut, causando 51 morti, 66 feriti e 10 dispersi. L'attacco, che ha infranto la "regola non scritta" di lasciare Beirut fuori dai bombardamenti, ha preso di mira il leader della forza d'élite al-Radwane di Hezbollah, Ibrahim Akil, e altri ufficiali. Tra le vittime, molti civili, inclusi 5 bambini e 7 donne.
La scorsa notte, nuovi attacchi israeliani hanno colpito il sud del Libano, mentre Hezbollah ha risposto con più di 140 razzi, alcuni dei quali hanno raggiunto la periferia di Haifa. Almeno una persona è morta e un’altra è rimasta ferita. Hezbollah ha condotto il suo attacco più profondo in territorio israeliano, colpendo la base aerea di Ramat David, a 50 km dal confine.
Netanyahu ha rivendicato i due recenti attentati contro Hezbollah come successi, mentre Naim Qassem, vice segretario generale di Hezbollah, ha parlato di "una battaglia aperta per la resa dei conti". Nonostante le dichiarazioni bellicose, il portavoce della Casa Bianca ha tentato di calmare le acque, affermando che gli Stati Uniti lavorano a una soluzione diplomatica, ma sembra troppo tardi per evitare un'escalation verso una guerra totale.
A Gaza, l'assedio continua con intensità. Ieri, Israele ha bombardato la scuola Kafr Qasim nel campo profughi di Shati, uccidendo almeno 22 persone, tra cui 13 bambini e 6 donne, e ferendone 30. La scuola, diventata rifugio per sfollati, è stata colpita con l'accusa di ospitare una base di Hamas, ma senza prove.
Infine, Israele ha chiuso per 45 giorni l'ufficio di Al Jazeera a Ramallah, confiscando documenti e dispositivi. Il governo israeliano aveva già vietato ad Al Jazeera di operare in Israele e ora accusa i giornalisti di essere "agenti terroristi" affiliati ad Hamas, un'accusa che il canale nega.
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