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La Corte Penale Internazionale (CPI) ha emesso mandati di arresto per crimini di guerra e contro l’umanità contro il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, accusandoli di aver privato i civili di Gaza di cibo, acqua, elettricità e cure mediche durante l’assedio, causando morte e sofferenze. Questa decisione, pur avendo un valore prevalentemente simbolico, segna un importante precedente.
I mandati riguardano anche tre leader di Hamas, tutti uccisi recentemente da Israele, eccetto Mohammed Deif, per cui è stato comunque emesso un mandato. Tuttavia, l'efficacia di questi mandati resta incerta: la CPI dipende dai Paesi firmatari per l’arresto, ma Israele e gli Stati Uniti non riconoscono la sua giurisdizione.
Le reazioni sono state dure: Netanyahu ha definito la decisione "antis3m1ta", mentre H4m4s l’ha accolta positivamente come un passo verso la giustizia. Gli Stati Uniti hanno respinto categoricamente la decisione e non escludono sanzioni contro la CPI, come avvenuto sotto Trump.
Nel frattempo, il conflitto prosegue: Israele ha intensificato i bombardamenti sulla periferia sud di Beirut, mentre H3zb0llah ha rivendicato per la prima volta un attacco a una base aerea israeliana lontano dal confine libanese. Mentre i negoziati di pace sembrano congelati, questa storica decisione della CPI aggiunge un nuovo elemento al complesso scenario.
Questo podcast sostiene la risposta umanitaria alla crisi in Libano da parte dell’ONG italiana Armadilla, che sta intervenendo in due rifugi allestiti in luoghi sicuri a Sarba e Tanbourit, nel sud del Libano, assistendo circa 1200 persone al giorno. Puoi sostenerla anche tu su https://www.armadilla.coop/libano24
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