Description
Che Cesarina Dedonato si fosse suicidata in quel modo barbaro apparve subito davvero inverosimile: il suo cadavere giaceva sul letto semicarbonizzato; sul suo volto i segni di alcuni sacchetti di plastica; intorno al suo corpo invece alcune bambole della donna e una ventina di boccette di profumo con le quali Cesarina si sarebbe voluta dare fuoco. Una procedura complicata e fin troppo laboriosa per essere stata messa in atto per suicidarsi.
La donna, da poco divorziata, viveva sola nel suo appartamento in via Santa Teresa e aveva da poco affittato un secondo locale al piano di sopra a un uomo, Antonio Mantovani, vero artefice del delitto. La signora non sapeva di aver dato ospitalità a quello che verrà definito come un killer seriale di donne: Mantovani, dal passato burrascoso, aveva infatti ottenuto la semilibertà dopo aver già violentato e, in un caso ucciso, alcune donne.
All’uomo inoltre, che negò sempre ogni responsabilità su questi omicidi, ne fu imputato anche un terzo, il cui cadavere però non verrà mai ritrovato.
All’origine di tutti i suoi delitti vi era sempre la richiesta di una prestazione sessuale ed era il rifiuto delle vittime a scatenare in Mantovani la furia omicida.
Condannato definitivamente all’ergastolo, l’uomo si tolse la vita nella sua cella nel 2003, impiccandosi.
Si chiamava Vincenzo Raiola il poliziotto che morì in quel maggio del 1999. Il decesso avvenne a causa di una ferita alla testa, riportata durante un conflitto a fuoco con un gruppo di rapinatori in via Imbonati.
Alle 5 del mattino del 14 maggio una banda di criminali, armata di fucili d’assalto...
Published 06/28/21
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Published 06/23/21