Terry Broome. Il delitto della "Milano da bere" in Corso Magenta
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Sesso, alcool e droga: fu questo il cocktail fatale che tolse la vita a Francesco D’Alessio, rampollo di buona famiglia e frequentatore di quella che viene ricordata come la “Milano da bere”.
A porre fine alla sua vita fu Terry Broome, una giovane modella statunitense che gli sparò sotto l’effetto di sostanze alcoliche e stupefacenti la notte del 25 giugno 1984. Una volta arrestata, quando un giornalista le chiese se avesse ucciso per amore, rispose: “Sta scherzando?”. E il movente infatti non fu la gelosia, ma l’esasperazione.
Francesco D’Alessio, playboy quarantenne e figlio del vicepresidente di una delle più quotate scuderie italiane, era appassionato di belle donne e bella vita e sembrava non poter accettare i continui rifiuto della donna alle sue avances. Terry Broome però proprio non lo sopportava e si negava all’uomo, ricevendo per questo pesanti e continue ingiurie.
Fu così che quella fatidica notte Terry si presentò a casa di D’Alessio in Corso Magenta 84. L’uomo era in compagnia di un’altra modella, la stessa che assistette alla scena e grazie alla quale fu ricostruita la dinamica del delitto: la Broome e D’Alessio si recarono in bagno, lì bevvero e fecero uso di cocaina. Dopo poco si sentirono sparare alcuni colpi: la modella, che si trovava nella stanza adiacente, entrò nella stanza e vide l’uomo riverso a terra, esanime e in un lago di sangue.
La pistola usata dalla Broome era dell’allora fidanzato della donna, lo stesso che contribuì in un primo momento a far perdere le sue tracce cooperando alla sua fuga. In seguito la Broome sarà arrestata in Svizzera. La storia di questo delitto verrà raccontata da un celebre film dei fratelli Vanzina dal titolo “Sotto il vestito niente”.
Si chiamava Vincenzo Raiola il poliziotto che morì in quel maggio del 1999. Il decesso avvenne a causa di una ferita alla testa, riportata durante un conflitto a fuoco con un gruppo di rapinatori in via Imbonati.
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