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Il brigadiere Ezio Lucarelli morì la mattina del 26 novembre 1980, colpito da numerosi colpi di pistola mentre stava compiendo una perquisizione in una carrozzeria in via Ofanto 28, noto crocevia di affari non in regola con la legge.
Lucarelli, insieme ad altri appartenenti all’Arma dei carabinieri, si trovava nel cortile dell’autorimessa, quando vide avvicinarsi un Audi 100. Gli agenti si avvicinavano alla macchina per chiedere i documenti quando dall’auto due uomini cominciarono a sparare prima di che i carabinieri, colti di sorpresa, potessero reagire.
Lucarelli fu l’unico agente ad avere la peggio e morì prima che l’ambulanza arrivasse in ospedale. Il maresciallo Giuseppe Palermo, invece, che era vicino a Lucarelli durante la sparatoria, se la cavò con pochi giorni di prognosi avendo ricevuto solo alcuni colpi alla gamba.
Nelle quarantotto ore successive all’omicidio vennero arrestate cinque persone, compreso il titolare della carrozzeria, probabilmente coinvolto in alcuni sequestri di persona.
I processi accerteranno che quel giorno a sparare dall’Audi grigio metallizzato furono Gilberto Cavallini, esponente di spicco dei NAR, insieme a Stefano Soderini, anch’egli componente del gruppo di estrema destra ed ex militante di Terza posizione. Entrambi gli uomini quel giorno si trovavano in via Ofanto per trovare un auto “pulita” a seguito di una rapina per autofinanziamento.
Si chiamava Vincenzo Raiola il poliziotto che morì in quel maggio del 1999. Il decesso avvenne a causa di una ferita alla testa, riportata durante un conflitto a fuoco con un gruppo di rapinatori in via Imbonati.
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