Il Giovedì Nero Di Milano Lascia Un Cadavere In Via Bellotti
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Giovedì 12 aprile 1973 i vertici del Movimento Sociale Italiano e del Fronte della Gioventù sfidano il divieto della questura organizzando una manifestazione con un comizio di Ciccio Franco previsto in Piazza Tricolore. Capitanato dal vicesegretario Franco Servello e dall'onorevole Francesco Petronio, il corteo marcia verso la prefettura per protestare contro il divieto e la parata non tarda a diventare palcoscenico di numerosi atti di violenza e teppismo, per cui venne schierato il III reparto Celere. Lungo Via Bellotti vengono lanciate dalla folla due bombe a mano contro i celerini e, colpito al petto da un ordigno, perde la vita Antonio Marino, giovane agente di polizia dedito a una vita di lavoro e sacrifici. La notizia commuove l’opinione pubblica e l’MSI cerca di salvare la sua immagine arrivando a indire una taglia sulla testa degli artefici del delitto. L’iniziativa produce i suoi effetti e solo pochi giorni dopo vengono arrestati Vittorio Loi e Maurizio Murelli, quest’ultimo però con ancora in tasca la tessera dell’MSI. Il partito cerca di prendere le distanze, ma in seguito si smentirà da solo pagando i danni materiali e morali che i due imputati furono costretti a risarcire. Ci fu infine una terza condanna e porta il nome di Nico Azzi: fu lui a procurare le bombe. Il processo accertò che i disordini furono pianificati ben prima dei veti della Questura e assodò che furono organizzati con la complicità dei missini. Nel 2010 i giardini di piazza Fratelli Bandiera sono stati dedicati alla memoria di Antonio Marino. Proprio a due passi da dove perse la vita.
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Published 06/28/21
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