Ai margini della brughiera: la famiglia Brontë
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Le sorelle più famose della letteratura inglese, vissute ai margini di una brughiera eppure in grado di dare vita ad opere straordinarie. Nate in una famiglia non ricca, destinate ad un futuro da istitutrici, con poca possibilità di matrimonio, seppero fronteggiare le tragedie e le difficoltà ritirandosi in un mondo immaginario assai ricco e prolifico e facendo, infine, di esso il loro metodo di sussistenza. Acton, Ellis e Currer Bell fecero infatti parlare parecchio e ancor di più si parlò quando si seppe che dietro di loro si celavano Anne, Emily e Charlotte. Sopratutto quest’ultima dovette sopportare lutti che avrebbero piegato un animo meno forte: la madre, quattro sorelle e un fratello e l’amata zia; eppure sopravvisse e visse anche in nome di coloro che l’avevano lasciata. Il reverendo Patrick Brontë sopravvisse alla morte di tutti i suoi figli, inclusa Charlotte, e della moglie, morendo qualche anno dopo quasi del tutto cieco, assistito dal genero che rimase con lui fino alla fine. Dopo esser rimasto vedovo Arthur Bell tornò infine in Irlanda, lasciò la chiesa e si sposò con una prima cugina che aveva bisogno di una spalla cui appoggiarsi. Dedicò la propria vita alla memoria della moglie, protesse la vita sua e dei cognati (e probabilmente molto materiale per questo è andato perduto) e morì fissando il ritratto della moglie morta cinquant’anni prima di lui. Per chi volesse le biografie in lingua italiana, che io conosca, sono due: “Charlotte Brontë, una vita appassionata” di Lyndall Gordon, davvero ben documentato e interessante e “La vita di Charlotte Brontë” di Elizabeth Gaskell. Quest’ultimo, decisamente più datato, soffre del punto di vista dell’autrice, ostile al reverendo Brontë e della reticenza su alcune parti. L’autrice infatti non indaga molto sulla Cowan Bridge School, tace dell’amore di Charlotte per Hèger e della sua infatuazione per il suo editore. Nel tentativo di non oscurare l’immagine di donna brillante, ma pressoché perfetta, la Gaskell glissò su diverse cose, anche in accordo con il Reverendo. Per altro il testo, almeno nella mia edizione, non è di facile lettura a causa dello stile datato. Fonti bibliografiche: * “Charlotte Brontë, una vita appassionata” di Lyndall Gordon, Fazi 2016 * “The Brontë myth” di Lucasta Miller, Vintage, Londra 2002 Musiche di sottofondo usate per la puntata: * “Notturno Op.9 n°1” di Fryderyk Chopin, interpretato da Simon Hervé (Simonbzh). * “Susan” di Vvsmusic, per la parte dei ringraziamenti. Entrambi i brani sono sotto licenza Creative Commons e liberamente ascoltabili o scaricabili su Jamendo.
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