Romagna Rulez. Due chiacchiere con Giorgio Minguzzi sulla Romagna
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Giorgio Minguzzi è un professionista del settore Digital. Viaggia e ha viaggiato molto. Ma è un romagnolo doc. Niente lo può portare via dalla tradizione della sua terra. In questa puntata ho fatto due chiacchiere con lui per farmi spiegare il concetto di romagnolità. La Romagna non è conosciuta come meriterebbe è vero. Il romagnolo è selvatico come la terra che coltiva da secoli, quella al confine tra Romagna e Toscana, ma anche quella più a nord, dove le valli acquitrinose del Delta del Po’ raccontano di briganti, di erbe palustri, di zanzare malefiche e di fame atavica. Proprio queste secolari difficoltà, lo hanno lasciato diffidente verso chi non conosce, e anche verso ciò che non conosce, ma capace di inventare, di creare, di produrre per la semplice necessità di risolvere i problemi quotidiani. Qui si sta bene, perché si sta bene, senza nemmeno interrogarsi sul perché. Da qui nessuno vuole andare via, nemmeno i turisti che, ancora troppo per caso, scoprono questa terra, oltrepassando i confini mentali del classico itinerario, Venezia, Firenze, Roma. Come se tra una e l’altra non ci fosse nulla. Come se l’Italia fosse solo quella. Come se la Romagna non esistesse. Come se la Romagna fosse solo la caveja, la piadina e i cappelletti. Non ho scelto la Romagna, non ho scelto di vivere dove vivo, ma ho scelto il racconto che questa regione mi offre tutti i giorni. Ho scelto le storie, ho scelto le persone. Forse è la Romagna che ha scelto me.