Germana Cousin, la santa di cui avevamo bisogno
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TESTO DELL'ARTICOLO ➜ https://www.bastabugie.it/it/articoli.php?id=7434 GERMANA COUSIN, LA SANTA DI CUI AVEVAMO BISOGNO di Suor Maria Teresa Ribeiro Matos Le finestre alte e strette, le ampie torri e la facciata murata per metà davano un aspetto di fortezza alla piccola chiesa medievale di Santa Maria Maddalena, nel villaggio francese di Pibrac. Il villaggio si trovava a pochi chilometri dalla grande e sviluppata città che dominava il sud della Francia e che aveva accumulato molta fama nel corso dei secoli: Tolosa. Tra gli innumerevoli avvenimenti che componevano la sua storia, c'era stata la partenza per la Prima Crociata del suo conte, il non poco ambizioso Raimondo IV; aveva poi assistito agli innumerevoli colpi inferti nelle sue vicinanze dalla spada di Simon de Montfort in lotta contro l'eresia catara; e in seguito era stata anche teatro di battaglie sanguinose tra cattolici e ugonotti protestanti. Tuttavia, questi episodi - e moltissimi altri - avevano poco effetto sulla vita semplice di campagna degli abitanti di Pibrac. Il bestiame, le difficoltà climatiche per i raccolti e, a volte, la guerra assorbivano completamente quella gente. Un'esistenza dignitosa e pia sostenuta da un lavoro onesto era tutto ciò che desideravano. Finché un pomeriggio del 1644, un evento modificò la routine del villaggio e, successivamente, lo rese famoso fino ai confini del mondo cattolico. UNA SCOPERTA ECCEZIONALE Guillaume Cassé lavora con impegno sul pavimento della chiesa di Pibrac per rimuovere una spessa lastra. Una pia parrocchiana è deceduta e i suoi parenti desiderano che il corpo riposi nel sacro recinto in attesa della resurrezione finale. Dopo numerosi colpi e molto sforzo, il becchino conficca di nuovo il suo piccone, facendolo penetrare in profondità e staccando la pietra dal suolo. Improvvisamente, si sente un grido di stupore che attira tutti i presenti presso l'apertura. Contemplano qualcosa di prodigioso e spaventoso allo stesso tempo: il corpo di una fanciulla giace lì in perfetto stato. Sembra così viva che tutti percepiscono il segno rosso che il piccone di Guillaume ha lasciato sul suo viso. Che miracolo! La notizia si diffonde presto nel villaggio e tutti accorrono curiosi. Chi era quella Santa, nata nel loro ambiente, ma delle cui virtù non si erano nemmeno resi conto? Alla fine, alcuni di maggiore esperienza e di età avanzata la riconoscono: è Germana Cousin, la povera pastorella scrofolosa che era morta più di quarant'anni prima. Anche senza sapere molto di come era vissuta o di quello che aveva fatto, la gente la tolse da terra e cominciò a venerarla su un lato del tempio, non avendo il minimo dubbio che tanta pace, serenità e giovialità potessero emanare solo da un corpo la cui anima era molto vicina a Dio e alla Santissima Vergine. Ma, allora, chi era quella giovane, tanto attraente quanto sconosciuta? UNA VITA DI STENTI E MALTRATTAMENTI La Storia non registra con sicurezza il nome dei genitori di Germana, ma si sa che apparteneva alla famiglia Cousin, proprietaria di una fattoria a Pibrac. Oltre al suo braccio destro atrofizzato, la cui deformazione si poteva constatare nel suo corpo angelico, Germana aveva sofferto una terribile malattia, la scrofolosi. A quel tempo, questa malattia era incurabile e, essendo contagiosa, portava alla bambina, oltre alla sofferenza fisica, il disprezzo e il trattamento disumano da parte della sua matrigna. Tra le umiliazioni che questa le infliggeva c'era il divieto di avvicinarsi alla tavola della famiglia e la costrizione a dormire in un angolo del corridoio o addirittura nella stalla, da dove doveva uscire la mattina presto per passare la giornata nei campi a badare al gregge. Questo era l'unico compito per il quale era giudicata capace e che aiutava oltretutto a tenerla lontana da...
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Published 05/29/24
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