Le due torri
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Oltre 150 torri svettavano in città tra il Dodicesimo e il Tredicesimo secolo. Ogni famiglia importante aveva la sua e il prestigio del casato corrispondeva alla grandezza e maestosità della costruzione. Anche gli Asinelli e i Garisenda costruirono le loro torri a perenne memoria del loro nome. La prima, la più alta, è famigerata fra gli studenti dell’ateneo perché, dice la leggenda, chi la scala prima di terminare l’Università non si laureerà mai più. La seconda pende, di una gradazione appena superiore alla più famosa torre di Pisa. Da quando ha iniziato a pendere? Beh, almeno dai tempi del Poeta. "Qual pare a riguardar la Garisenda Sotto’l chinato quando un nuvol vada Sovr’essa sì, ched ella incontro penda" Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno. Perché pende da allora? Sentiamo un’ipotesi poco ingegneristica ma, quello sì, altamente letteraria, scritta da Goethe in persona "La torre pendente è uno spettacolo che disgusta, eppure è molto probabile che sia stata costruita a bella posta così. Mi spiego in questo modo una simil stravaganza. Nell’epoca dei torbidi cittadini ogni grande edificio era una fortezza in cui ogni famiglia si costruiva una torre. A poco a poco se ne fece una questione di passatempo e di puntiglio; ognuno voleva primeggiare con la sua torre; e quando le torri diritte cominciarono a diventare comuni vi fu chi se ne costruì una pendente. Architetto e proprietario hanno raggiunto il loro scopo; si passa quasi indifferenti davanti alle molte torri diritte e slanciate per cercare quella pendente". Johann Wolfgang Goethe, viaggio in Italia ©Elleboro editore - Lorenzo Notte
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Published 02/04/20
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