Vittorio Alfieri
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Questa è una pietra Covid, corpo in casa, mente rivolta a via Torino, dove c’era una casa molto carina, Villa Strozzi, distrutta per far posto al Teatro dell’Opera. Una targa dice che nel 1781 Vittorio Alfieri visse qui per un po’, cherchez la femme, la contessa Luisa d’Albany. Si erano conosciuti a Firenze e, fortissimamente, la volle. Anche lei voleva lui ma il marito di lei voleva strangolarla. Quindi: -Luisa chiese aiuto al cognato cardinale, che a Roma le trovò un posto dalle Orsoline. -Alfieri la contemplava in silenzio, disperato, da una grata. -La sventurata voleva rispondere, il Papa ebbe pietà e le cedette un pezzo del Palazzo della Cancelleria. -Alfieri si stabilì a Villa Strozzi dove “soggiorno più gaio, e più libero, e più rurale, nel recinto di una gran città, non si potea mai trovare“. -La mattina scriveva, il pomeriggio andava a cavallo, la sera incontrava Luisa, ma alle 11 era già a letto (o così dice). -Scrisse 14 tragedie, e, per vedere se funzionavano, invitava gente a casa, correggendo in base al numero di sbadigli o all’irrequietezza dei sederi. -Il marito tradito intanto continuò a dar di matto e la situazione divenne insostenibile. Alfieri lasciò Luisa, la villa, Roma e cominciò a girar l’Europa senza pace. I due si ritrovarono solo qualche anno dopo, quando Luisa ottenne finalmente la separazione. Andarono a vivere insieme, prima a Parigi poi a Firenze. Ma felici come a Roma, non lo furono mai più. Lui morì nel 1803, lasciandole ogni bene. Lei si consolava guardando il ritratto di coppia, e, pare, anche col ritrattista.
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